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Inviato da avatar Enrico Fedrighini il 05-07-2010 alle 11:49 Leggi/Nascondi

Caro Michele,
ciò che divide la maggior parte dell'opposizione in Consiglio comunale (incluse le associazioni ambientaliste) rispetto alle posizioni di chi, come te, preferirebbe un anno di ostruzionismo consiliare pur di non fare approvare il PGT è esattamente questo: noi voteremo contro il PGT,
ma voteremo. Ovvero: fra la scelta di condannare Milano a restare per almeno due anni senza piano (sarebbe questa la conseguenza di un ostruzionismo fine a sè stesso, e si tratta di due anni cruciali nei quali verranno prese le scelte strategiche in materia di Expo e di Parco Sud) e quella di lottare per ottenere le maggiori salvaguardie e benefici per la città, abbiamo responsabilmente optato per questa seconda ipotesi. Chiamalo male minore, se preferisci.
So solo che i palazzinari amano una sola regola: l'assenza di regole.
I pericoli e i rischi che paventi sono pericoli e rischi che già esistono oggi in regime di PRG.
Con una differenza: nel PGT è l'Amministrazione a individuare ambiti di trasformazione (ex scali ferroviari, ecc) nei quali dirottare le nuove volumetrie prodotte (oltre a verde, housing sociale, ecc). Per chi ha voglia di vedere le cose al di là della propaganda, è in atto uno scontro duro, tutto interno al centrodestra, fra chi considera le aree del parco Sud terra di espansione edilizia ed urbanizzazione e chi invece (non per animo ambientalista, ma per considerazioni di pura razionalità economica) ritiene insostenibile la continua espansione sul verde agricolo avvenuta nel corso degli ultimi trent'anni.
Hai ragione quando poni l'accento sui livelli di densificazione esistenti a fronte di scarsità di servizi dei quali bisogna tenere (sbagli però a citare Gregotti: il quartiere Bicocca, ad alta densità edilizia e zero servizi e trasporti l'ha progettata lui, mica babbo natale): si tratta però di un dato non omogeneo e francamente esistono zone della città ad alta densità molto più vivibili, godibili e sicure di altre aree a bassa o bassissima densità.
Io non credo che il numero di abitanti sia un parametro affidabile e serio per misurare la vivibilità di un'area urbana; agitare questo spauracchio serve a poco. La vivibilità è data da quantità, qualità e diffusione dei servizi; dall'accessibilità reale per tutti al mercato delle abitazioni; dalla possibilità di  muoversi senza dovere necessariamente usare il mezzo privato. E ovviamente dall'aumento del "verde di quartiere", il verde di vicinanza, fondamentale quanto i grandi parchi.
Piuttosto, sono preoccupato e perplesso per due questioni poco evidenziate nelle discussioni in corso sul PGT.
La prima riguarda gli strumenti di regolazione della perequazione: l'ente (a controllo pubblico) che dovrà gestirla e le norme che la disciplineranno (che dovranno essere decise dal Consiglio comunale). Io credo che questa sia la parte più rilevante dell'intero PGT, il motore vero di quei meccanismi di perequazione/densificazione. In questa scelta, nelle decisioni che il Comune dovrà prendere, risiede la possibilità di costruire un meccanismo effettivamente fondato sull'equità.
La seconda è conseguenza del primo ragionamento.
Per funzionare, paradossalmente il PGT presuppone un ruolo forte e attivo del pubblico, molto di più che nel vecchio Piano regolatore. Il vecchio PRG richiedeva il massimo sforzo da parte dell'Amministrazione comunale nell'elaborazione e costruzione "preventiva" del Piano - con gli azzonamenti, le diverse destinazioni d'uso, gli standard - a cui seguiva purtroppo scarsità di risorse investite nella successiva fase di gestione applicata del PRG.
Con questo schema il PGT non può stare in piedi: l'Amministrazione comunale deve dotarsi di un vero e proprio ufficio di Piano di Governo del Territorio, dato il ruolo cruciale attribuito dal PGT all'attore pubblico nella fase di applicazione del provvedimento (perequazione, densificazione, aggiornamento del Piano dei servizi e del Piano delle regole). Questo significa investire per potenziare gli uffici, le strutture, il personale. Tutto questo, ad oggi, non esiste ancora.
Un  caro saluto

Enrico Fedrighini

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