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Inviato da avatar Savino Natalicchio il 06-07-2010 alle 18:18 Leggi/Nascondi

Le Proposte del Partito Democratico per un Documento di Piano alternativo

Il Partito Democratico della città di Milano ha avviato nell’ottobre 2009 un’ampia consultazione tra le zone, i circoli del PD, i gruppi consiliari nelle zone, comitati, associazioni ambientaliste e di categoria, per sviluppare con un lavoro comune e partecipato la nostra proposta di PGT/Documento di Piano alternativo.

Gli incontri hanno mappato, zona per zona:

1
) le vertenze urbanistiche condotte come partito, o come partito all’interno di comitati locali e di più ampi organismi sociali, negli ultimi anni (ed eventuali risultati ottenuti e/o attesi);

2) i dossier aperti in ogni zona su progetti e/o cantieri attuali (urbanistici e  infrastrutturali), focalizzando l’analisi su quelli più rilevanti (a scala urbana);

3
) l’agenda dei temi e dei problemi urbani che le organizzazioni territoriali del PD ritengono particolarmente rilevanti in questa fase di sviluppo della città, anche in relazione al progetto di PGT.

I risultati di questo lavoro del Gruppo di Idee e di Progetto “Territorio” del PD Milano, assieme a ricercatori e docenti del DIAP (Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico) coordinati dal Prof. Matteo Bolocan, sono stati esposti in un’iniziativa pubblica al Museo di Storia Naturale il 15 giugno. 

 

Per una città più verde, aperta, abitabile e competitiva - i 10 punti del PD

Il progetto del PD è sintetizzabile nelle seguenti grandi scelte:

 

1.       Il riuso prima di tutto

La vera prima grande questione è la lotta al consumo di suolo: non un mq di aree attualmente libere e permeabili va sprecato, indirizzando lo sviluppo prima di tutto verso il riutilizzo dello stock edilizio esistente: le abitazioni sfitte, gli uffici obsoleti e vuoti da anni (da aggiornare o riconvertire), i quartieri di edilizia residenziale pubblica da riqualificare o demolire e ricostruire.

La densificazione deve essere selettiva, limitata alle aree ben dotate di servizi e prossime alla rete di forza del trasporto pubblico su ferro e, comunque, al di fuori della cerchia ferroviaria.

 

2.       Quale crescita e quale vocazione per il futuro di Milano ?

Milano da circa vent’anni ha circa gli stessi abitanti mentre la composizione sociale, demografica ed etnica è profondamente mutata: l’obiettivo del comune (prima 700mila, infine 300mila nuovi abitanti) è irrealistico: già l’attuale PRG vigente prevedeva quasi 1.800.000 abitanti ! Milano può riprendere a crescere se punta sulla qualità ambientale, dei servizi offerti e su posti di lavoro qualificati e capaci di attrarre le imprese internazionali, i talenti, i ricercatori ed i giovani dal resto del mondo.

Milano, a tal fine, in una prospettiva di medio-lungo termine deve rilanciare in chiave moderna e di competizione globale la propria offerta produttiva, puntando su settori quali ricerca avanzata in campo biomedico, alimentazione e scienze alimentari, energie rinnovabili, bioedilizia, trattamento dei rifiuti, Information Technologies, ecc…, organizzata in grandi campus integrati tra centri di ricerca, università, imprese, servizi alla produzione, residenze temporanee, servizi culturali, ecc…

 

3.       Mix residenziale e mix sociale nelle aree di trasformazione

Prevedere in ogni grande trasformazione (Ambiti di Trasformazione Urbana) l'obbligo del 35% di case per tutti (locazione a canone sociale, moderato, case per giovani coppie, affitto con patto di futura vendita, edilizia convenzionata agevolata in vendita, ecc...), favorendo il mix sociale. Mai più i quartieri-ghetto di edilizia pubblica degli anni ‘60, si all’integrazione ovunque di edilizia sociale in tutti i grandi interventi. Si ai nuovi player del social housing: il “Fondo dei Fondi” tra Cassa Depositi e Prestiti, banche assicurazioni e Casse Previdenziali (che cofinanzierà 2,6 mld Euro di interventi), fondi sociali di fondazioni bancarie, cooperative, ecc…

 

4.       Dalla "Green economy" al "Green building"

Arrivare entro 10 anni, anche grazie all’impulso di Expo 2015, al 25% dello stock edilizio cittadino certificato "LEED" (Leadership in Energy and Environmental Design), attivando in tal modo sinergie positive con processi innovativi nelle tecnologie edilizie ed energetiche sostenibili e creando così un nuovo mercato immobiliare di prodotti di qualità, attrattivi anche per investitori internazionali.

 

5.       Il Parco Agricolo più grande d'Europa

Acquisire al patrimonio pubblico (ente Parco Sud) la proprietà delle aree, mediante la perequazione  [1] per comparti definiti sul perimetro delle aziende agricole, regolata da un’authority pubblica indipendente.

Proponiamo l’indice territoriale 0,10 mq/mq.

Tutelare e promuovere il Parco attraverso politiche attive, puntando al recupero delle cascine, all'agricoltura produttiva (filiera corta), al recupero dei Navigli e alla crescita di aree di rinaturalizzazione in città (parchi di cintura ovest + Ippodromi). In questo modo, il Parco agricolo può essere il luogo di sperimentazione di una rinnovata “campagna urbana” che è insieme attività economica, pratica di cura del territorio e strumento di ricomposizione del paesaggio.

 

6.       Realizzare un parco lineare della sostenibilità e dell’innovazione (progetto "I bei Navigli")

La valorizzazione dell’agricoltura di prossimità è decisiva anche in relazione all’offerta di qualità ambientale (agricoltura a Km zero, biologica, ecc) e di preziosi servizi per lo sviluppo sostenibile. Per queste ragioni la Darsena e Navigli si candidano ad essere il raggio del tempo libero in una prospettiva di educazione alla sostenibilità e all'innovazione. Qualificare la zona attraverso un nuovo grande mercato coperto permanente (sul modello del mercato di Santa Caterina di Barcellona) per i produttori della filiera corta e i Gruppi di Acquisto Solidale (da localizzare nello scalo di P.ta Genova).

 

7.       Realizzare un grande Parco Lineare della Cultura

Realizzare, tra Porta Nuova (il centro espositivo di Grimshaw) e la Fondazione Feltrinelli di via Pasubio, tra la ex Centrale Elettrica di via Bramante e la Fabbrica del Vapore (teatro Ciak), tra la Piccola Scuola di Circo (Scalo Farini), Villa Simonetta e la Triennale Bovisa, un nuovo sistema integrato di servizi culturali capaci di ridare slancio a Milano come capitale della cultura e della creatività.

 

8.       Spazi della nuova produzione

Promuovere politiche attive e meccanismi premiali capaci di valorizzare il ruolo di Milano non solo come città di residenze e di circuiti del consumo, ma anche come città ricca di spazi per la nuova industria, le imprese della creatività, la ricerca, l'artigianato di qualità, i servizi alla produzione.

 

9.       Una nuova mobilità, innanzitutto su ferro

Realizzare la "Circle Line" del ferro, da finanziare con gli oneri derivanti dal riuso degli scali ferroviari dimessi, ed una nuova - unica - stazione passante dell'alta velocità nel quadrante Nord-Ovest della città.

Rivoluzione dell’architettura del nodo ferroviario Milanese: il Passante attualmente sottoutilizzato sarà destinato all’instradamento dei treni ad alta percorrenza, mentre la cerchia ferroviaria, completata ad ovest, sarà dedicata al traffico regionale: in corrispondenza dello scalo Farini si realizzerà l’interconnessione tra traffico a lunga percorrenza/alta velocità e servizio locale/regionale.

No al Tunnel Expo-Linate in quanto attrattore di traffico nel centro, mentre il PD ritiene necessari collegamenti viabilistici interperiferici (quadranti nord, ovest e sud), svincolati dalla rete autostradale, e attraversamenti degli scali ferroviari, il più possibile interrati.

 

10.   I servizi per una città vivibile, a misura di bambino

Lo sviluppo della città deve essere in grado di accrescere la dotazione di beni pubblici e di beni comuni. Ciò significa che i progetti di trasformazione devono essere in grado di generare nuove aree per il verde, lo spazio pubblico, gli asili nido e le scuole materne e, più in generale, tutti gli spazi che il mercato non è in grado di offrire e che è compito dell’Amministrazione garantire.

Tornare ad investire sui servizi civici e sociali significa costruire infatti una città ospitale per le tante popolazioni che la frequentano e a misura di bambino, come garanzia della qualità della vita di tutti.



  [1] La perequazione è uno strumento urbanistico equitativo che si pone l’obiettivo di attribuire a tutti i suoli (indipendentemente dalla destinazione futura, pubblica o privata) la stessa rendita fondiaria => indice edificatorio. La perequazione si giustifica con il fallimento del tradizionale strumento delle esproprio per pubblica utilità a seguito delle sentenze della Corte Costituzionale che ne hanno vietato la reiterazione e hanno equiparato l’indennità di esproprio al valore di mercato: a titolo esemplificativo, se il Comune di Milano volesse espropriare il Parco Sud, al prezzo unitario di 30 Euro/mq, dovrebbe spendere circa 1 miliardo di Euro. Il meccanismo si realizza creando un mercato tra chi possiede diritti edificatori ma non può esercitarli in quanto il proprio suolo è destinato a servizi pubblici (ex un parco) e chi invece può edificare e ha bisogno di acquisire diritti sul mercato per saturare l’edificabilità del proprio lotto. La transazione si completa in uno scambio trilatero attraverso la contestuale cessione dell’area a servizi al comune.

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